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“Astro morente” in scena al teatro Tiberini
27 Febbraio 2016
Antonio Lucarini, già filmmaker marchigiano e aiuto regista nel cinema a Roma, debutta nel teatro nel 2006 fondando una sua compagnia/associazione culturale, LA VERA FEBBRE, con cui gira per 10 anni molti teatri nella sua regione, segnalandosi agli addetti ai lavori e ai giornalisti come uno degli autori/attori e registi più originali e interessanti per temi trattati, stile e forma. La Vera Febbre si avvale della collaborazione, di volta in volta, di talentuosi attori individuati in regione. Lucarini, con i suoi spettacoli, è stato inserito, in questi anni, in diverse stagioni ufficiali AMAT in teatri importanti (Camerino, Recanati, Montecarotto, Monte San Vito, ecc…). Spesso ad una Pasta e Astro Morente, sono gli spettacoli finali di un suo percorso di scrittura e messa in scena, virato alla riflessione sulla solitudine contemporanea e sulla difficoltà dei rapporti fra le persone, ma sempre ricco di una comicità surreale a volte acre.
ASTRO MORENTE (2015) in scena al teatro Tiberini sabato 27 febbraio 2016 ore 21.
Lo spettacolo ci racconta la storia di Gustavo Faggi, pittore fallito sull’orlo del baratro. Diventato barbone, l’uomo s’imbatte nella casalinga Maria Pia Tullipan con cui inizialmente ha uno scontro. La donna, assai borghese, è insoddisfatta del rapporto col ricco marito e quando rincontrerà Gustavo, diventato nel frattempo un commesso al banco dei formaggi e salumi di un supermercato, intreccerà con lui un rapporto inquieto e malato. La donna, diventata un’importante gallerista d’arte( con i soldi sottratti al marito per la separazione), lancerà Gustavo verso il successo come pittore. Gustavo, solo a quel punto capirà l’inutilità d’ogni desiderio di fama e celebrità. L’unica cosa che potrà dargli soddisfazione, sarà il rapporto con l’anziano zio Franco, affetto da una grave forma di Alzheimer. Solo andando a cucinare il pesce per lo zio, l’uomo troverà momenti di serenità, ma il morbo del successo sarà difficile da curare. Astro Morente è un apologo sulla fama, il successo, la mancanza d’amore e l’Alzheimer, in cui l’autore mostra le fragilità quotidiane dell’uomo occidentale, diviso fra la ricerca assoluta della fama e della vittoria e una sua congenita tristezza interiore derivante da un inaridimento d’ogni rapporto umano.
Interpreti: Antonio Lucarini, Agnese Testadiferro, Pino Gullace.